



L’Accademia, istituita il 15 marzo scorso, non poteva avere sede migliore che a Bari, la vera patria della cultura del crudo e del pesce in generale, riconosciuta da chiunque in Italia e all’estero. La neo-associazione di studiosi e di cultori dei prodotti del mare, nasce in un momento in cui la “globalizzazione” ha prepotentemente portato nel nostro territorio culture gastronomiche che non hanno nulla a che vedere con il nostro “crudo”.
I tanti ristoranti (cinesi o giapponesi) che sono sorti nelle nostre città, sono lontani anni-luce dalle nostre tradizioni, sapientemente tramandate dai nostri avi. Infatti i ristoranti citati preparano pietanze di pesce (sushi) manipolato e servito, spesso di dubbia provenienza e conservazione, mentre i baresi i frutti di mare li mangiano “in diretta”, senza manipolazione alcuna.
Ma è anche un momento di incontro e formazione sulle bontà gastronomico-salutari dei prodotti del nostro mare. Insomma la tavola per i baresi “è un palcoscenico”, soprattutto la Domenica e nelle “feste terribele” (cioè le grandi ricorrenze), che non sono tali, per i baresi, se a tavola manca il “crudo”.
L’Accademia prevede un corso (a numero chiuso di 35 posti), di 4 lezioni teorico-pratiche (una lezione al mese), con domande agli esperti, seguite da discussione e degustazione dei prodotti del mare e saranno trattati i seguenti argomenti:
“A volte crudo a volte cotto” “Il pesce azzurro: dall’alfa-anisakis all'omega-3”, “Il pesce bianco: quando è vero e quando è falso!”, “I crostacei: il sugo di pelosa è sempre buono?”, “Dalla zuppa alla frittura di mare: ‘frisce e mange’”, “Vivere la pesca su motopeschereccio”.

NDÈRR’A LA LANZE