Il Premio letterario ‘Città di Bari’ andrebbe intestato a Domenico Triggiani (e non ad altri) Giornaledipuglia.com 6 aprile 2019

Anche sul sito del Teatro Pubblico Pugliese si legge che «Il Premio Letterario Città di Bari “Pinuccio Tatarella”, nato nel 1998, è un’iniziativa dell’Assessorato alle Culture che ha come principale finalità quella di incentivare e promuovere la lettura tra i giovani, nonché la capacità di analisi e di riflessione critica», ma si sono dimenticati dei veri fondatori del “Premio”.

è stato indetto il Premio “Città di Bari” per un racconto inedito di ambiente pugliese, meglio se ispirato alla vita e costumi della Regione, con la Giuria composta da Michele Saponaro, Bonaventura Tecchi, Adriano Grande, Ettore Allodoli, Hrand Nazariantz, Costantino Savonarola, Napoleone Bartùli, Domenico Triggiani. Comitato organizzatore composto da Napoleone Bartùli, Domenico Triggiani, Costantino Savonarola, Gaetano Savelli, Giovanni Colamussi, Giuseppe Lucatuorto, Emma Brandonisio, Giselda Cianciola Marciano.
Nel 1998, il Premio è stato intestato a “Giuseppe Tatarella”, dimenticando del tutto i promotori e fondatori del primo Premio “Città di Bari”.


Triggiani è stato fondatore e condirettore, dal 1956 al 1959 della rivista letteraria “Polemica”, alla quale collaboravano noti esponenti della cultura italiana come Flora, Palazzi, Grande, Nazariantz, Beccari, Fiume, Govoni, Saponaro, Moretti, Bargellini e il principale organizzatore, negli stessi anni, delle quattro edizioni del Premio letterario “Città di Bari” per la narrativa, sotto l’egida della Fiera del Levante e in collaborazione con la Casa Editrice Ceschina di Milano.
Triggiani è stato un artista poliedrico e instancabile operatore culturale, non c’è genere letterario con il quale Triggiani non si sia cimentato almeno una volta, e sempre con un contributo significativo: inchieste di costume, repertori biografici, bibliografici, saggi di critica letteraria e di sociologia, commedie, drammi, radiodrammi, soggetti cinematografici, romanzi, racconti.

Triggiani è stato soprattutto autore di teatro, cui ha dedicato la maggior parte della sua produzione letteraria. Il suo teatro è stato etichettato in vari modi dalla critica, con richiami a Betti, ad Aristofane, a Pirandello, a Ibanez: si tratta, comunque, di teatro sociale e psicologico, che affonda il bisturi nei vizi e nelle virtù degli uomini.
Dei suoi primi lavori teatrali se ne parlò agli inizi degli anni ’60 all’Actor’s Studio di Broadway, nel corso di conferenze sul teatro contemporaneo: in tale occasione Triggiani fu inserito fra gli autori validi del giovane teatro europeo. Le onorificenze ed i riconoscimenti non si contano.
L’ultima raccolta, pubblicata nel 2002 dall’Editrice Tipografica, comprende oltre a due lavori in lingua - ben sette lavori teatrali in vernacolo. Triggiani è altresì autore del primo romanzo storico-satirico in vernacolo barese, “Da Adame ad Andriotte”, scritto con la moglie Rosa Lettini e pubblicato nel 1992 dall’editore Schena.
Alla luce di quanto sopra il Premio letterario “Città di Bari” dovrebbe essere intestato a Domenico Triggiani che ne è stato il reale creatore e organizzatore, mentre altri se ne attribuiscono la paternità.