Curiosità sul matrimonio di Bona Sforza duchessa di Bari Giornaledipuglia.com 7 febbraio 2021


Al corredo non mancavano arazzi, tendaggi, paramenti vari per abbellire le stanze ed arredi per la cappella. Tra questi ultimi v’era un secchiello in argento per l’acqua santa, l’incensiere (o turibolo), un messale miniato in oro e ricoperto di velluto. Non mancavano neanche boccali, bacili, tazze, brocche, saliere, candelieri, 64 tovaglie ricamate. Infine, nobili e gentiluomini invitati alle nozze regali, deposero su 15 piatti i propri doni di nozze, consistenti in ducati d’oro, ma molti di questi risultarono “falsi et contraffatti”, nonostante la nobiltà degli offerenti.

La maggior parte dei cibi si ispirarono alle vivande tipiche della cucina pugliese preferita da Bona. Furono portate a tavola anche “pizze fiorentine, paonazze, bianche e sfogliate”. Queste ultime in realtà erano “lasagne verdi”, tipiche di Taranto, fatte di farina, lattuga tritata, grasso di maiale e pepe, le “nevole con procassa”, cioè le nostre cartellate, ricoperte di cannella, zucchero a velo e mandorle. Tra una portata e l’altra tutti gli ospiti potevano intingere le dita in “acqua di buono odore”, dal momento che si mangiava principalmente con le mani, era quindi necessario pulirle.