Curiosità su alcune parole sconosciute della lingua italiana Giornaledipuglia.com 18 febbraio 2019
La parola è il complesso di suoni articolati di una lingua, con cui l'uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d'una frase.
La parola può essere derivata, semplice, composta, piana, tronca, sdrucciola, bisdrucciola, rara, dialettale, popolare, volgare, scurrile, ecc.
La lingua italiana, secondo i dizionari più diffusi, comprende circa 160.000 vocaboli, ma se ne usano in genere circa 48.000 per coprire il 98% dei discorsi di una persona con istruzione medio-alta.
Vi sono molte vocaboli che non usiamo più o non abbiamo mai usato che vivono solamente nei dizionari senza sapere neanche il significato e altri talmente singolari da finire immediatamente nel dimenticatoio.
La lingua italiana ha una musicalità tutta propria e una ricchezza di vocaboli che non conosciamo o non sappiamo il significato.
Ne cito, a mo’ di esempio qualcuno: ‘gaglioffo’, persona buona a nulla, sciocca e ignorante o goffa; ‘granciporro’, errore madornale, strafalcione; ‘peripatetico’, ciò che si fa o che accade mentre si passeggia, da non confondersi con ‘peripatetica’ che si riferisce alla prostituta di strada o passeggiatrice; ‘precipitevolissimevolmente’, la parola più lunga della lingua italiana è il superlativo di precipitevolmente che indica un’azione o un gesto compiuti in modo precipitoso; ‘favellare’, parlare; ‘pleonastico’, atti o comportamenti che si ritengono inutili e superflui; ‘solipsista’, chi ha un atteggiamento di soggettivismo estremo o che ignora il proprio mondo e quello degli altri; ‘sciamannato’, disordinato, sciatto negli abiti e nel portamento; ‘sagittabondo’, che scocca sguardi che fanno innamorare; ‘sgarzigliona’, fanciulla prosperosa; ‘reprobo’, macchiato di gravi colpe, respinto dalla giustizia di Dio; ‘nugale’, senza senso; ‘rugliare’, brontolio sordo e continuato; ‘facondia’, facilità e abbondanza di parola; ‘nequizia’, malvagità, ecc.
Ed ecco una bella storiella contenente alcuni dei vocaboli citati, ripresa dal sito www.termometropolitico.it.
Il sagittabondo e la sgarzigliona
«Un giorno, un galante sagittabondo (1) decise di tentare un esperimento: si vestì come il peggiore degli sciamannati (2) e uscì di casa, ben deciso a conquistare una bella sgarzigliona (3).
Non appena intravide la predestinata, tuttavia, la mente del gaglioffo (4) si obnubilò (5) e lui commise un errore lapalissiano (6): le si avvicinò cogitabondo (7), le girandolò (8) intorno e la stordì con un discorso talmente pleonastico (9) da sembrare artefatto (10).
La fanciulla, trasecolata (11) dall’aspetto bislacco (12) dello smargiasso (13), dapprima si spaventò, poi lo apostrofò con una bella ramanzina.
– "Signorina, qui ci troviamo di fronte ad un grosso granciporro (14)!
Non si lasci ingannare dai miei abiti frusti (15) e venga a cena con me."
La donzella, ammaliata da quel lessico forbito (16), accettò un pasto luculliano (17), al termine del quale il nostro amico – solipsista (18) solo in apparenza – lasciò addirittura una generosa buonamano (19).
Come finì? Vattelapesca (20)!!»
1. sagittabondo: che scocca sguardi che fanno innamorare
2. sciamannato: disordinato, trasandato
3. sgarzigliona: fanciulla prosperosa
4. gaglioffo: ribaldo, briccone
5. obnubilarsi: offuscare, indebolire la capacità di vedere o di comprendere
6. lapalissiano: di cosa o fatto, del tutto evidente, scontato
7. cogitabondo: assorto, pensieroso
8. girandolare: girare qua e là senza un fine determinato, girellare, aggirarsi
9. pleonastico: ridondante
10. artefatto: artificioso, affettato
11. trasecolare: rimanere sbalordito e sconcertato, allibire
12. bislacco: di chi si comporta in modo strambo
13. smargiasso: persona che si vanta di capacità o imprese inventate o ingigantisce le proprie qualità
14. granciporro: errore madornale
15. frusto: logoro, liso, consunto
16. forbito: elegante, accurato
17. luculliano: abbondante e raffinato
18. solipsista: chi vede soltanto sé e il proprio mondo, ignorando o trascurando quello degli altri
19. buonamano: mancia, compenso
20. vattelappesca: chi lo sa, vallo a sapere