La Certosa di San Lorenzo a Padula, Giornaledipuglia.com 24 novembre 2019
La Certosa prende il nome da Chartreuse presso Grenoble, ed è luogo poco abitato, dove tutto è silenzio, lavoro e raccoglimento.
Fu fondato nel 1084, con l’Ordre des Chartreux, da San Bruno, ed è uno dei più vecchi Ordini del cristianesimo.
La certosa di San Lorenzo è stata fondata nel 1306 da Tommaso Sanseverino, Conte di Magico e Connestabile del Regno di Napoli. Rigorosamente divisa in casa bassa (ambienti di servizio) e casa alta (convento vero e proprio, distinto in zona cenobitica e zona eremitica), è situata a Padula, in provincia di Salerno.
E' la prima certosa sorta in Campania, prima di quella di San Martino a Napoli e di San Giacomo a Capri.
La Certosa di San Lorenzo non ha conservato che a tratti il suo aspetto trecentesco, subì numerose trasformazioni nel corso dei secoli, specialmente nella seconda metà del secolo XVI e nei secoli XVII e XVIII, assunse l’attuale configurazione. Nel corso dell’Ottocento fu privata di gran parte del suo arredo e fu soppressa una prima volta nel 1807 in seguito alle leggi eversive dei napoleonidi. Fu riaperta con la Restaurazione e poi definitivamente chiusa nel 1866 dallo Stato Italiano. Pur essendo stata dichiarata nel 1882 monumento nazionale, durante la prima e la seconda guerra mondiale fu adibita a campo di concentramento. Affidata negli anni ’70 all’Amministrazione Provinciale di Salerno.
Dal 1982 è stata presa in consegna dalla Soprintendenza ai BAAAS di Salerno e Avellino.
La Certosa di Padula ha subito nel corso dei secoli rifacimenti ed ampliamenti.
Il Monastero era quindi un microcosmo autosufficiente e nella sua Corte orbitavano tutte le figure che consentivano lo svolgimento delle attività quotidiane (guardiani, sarti, calzolai, barbieri, ortolani, fornai, ecc.), proprio un rumoroso mercato all’aperto, proprio in contrasto con il voto del silenzio della clausura. Nella Certosa era presente anche il Cimitero contrassegnato da una Croce centrale che ricorda la funzione, quello antico, poi ridotto a chiostro, attraversato dai monaci in preghiera nel giro quotidiano che terminava in chiesa.
Nella Certosa c’era di tutto: spazi coperti e scoperti, spezieria, stalle, mulino e frantoio, armigeri con torre e taverna, cucine, porcile, finanche la pescheria (fino al XV secolo), senza escludere cappelle, biblioteca, chiesa, granai, forni, falegnameria, insomma tutto ciò che poteva servire per condurre una vita isolatamente ed in ritiro.
Tra le tante opere presenti nella Monastero c’è la scala cosiddetta “elicoidale”, tortuosa, come “il cammino verso la sapienza”, che conduceva alla Biblioteca e che “rappresentava il cammino dell’uomo-monaco verso la salvezza eterna”. La “Scala Claustralium”, infatti, era costituita idealmente da 4 gradini: “lectio, meditatio, oratio, contemplato”, attraverso la quale avveniva il passaggio dallo stato materiale a quello spirituale.
La Certosa ospita anche il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, istituito nel 1957, per conservare e valorizzare i reperti provenienti dagli scavi eseguiti dalla Direzione dei Musei Provinciali di Salerno nel territorio del Vallo di Diano.
La Certosa di Padula, sito UNESCO dal 1998, è il complesso monumentale religioso più grande ed articolato dell’Italia Meridionale, il cui fasto e la ricchezza delle opere presenti, completano armonicamente l’essenzialità architettonica degli spazi destinati alla vita religiosa dei monaci certosini.
La presente nota non può essere esaustiva della bellezza dei luoghi e delle numerose opere presenti nella Certosa, che merita di essere visitata con tranquillità e attenzione per valutare lo svolgimento della vita nei Monasteri e apprezzare le opere artistiche presenti.