Intitolazione del Giardino di San Girolamo di Bari allo scrittore barese Domenico Triggiani Giornaledipuglia.com 28 gennaio 2016
L’Amministrazione comunale di Bari ha deliberato di intitolare allo scrittore barese Domenico Triggiani il giardino inaugurato nel 2010 nel municipio
San Girolamo (tra via Napoli 360 e strada S. Girolamo), il cui progetto fu presentato nel padiglione italiano all’Expo di Shanghai.
San Girolamo (tra via Napoli 360 e strada S. Girolamo), il cui progetto fu presentato nel padiglione italiano all’Expo di Shanghai.
La cerimonia si svolgerà martedì 2 febbraio, alle ore 11, con l’intervento del Sindaco Antonio Decaro.
Autore di numerose opere di saggistica e critica storico-letteraria (Inchiesta sul teatro; Zoo letterario; Dizionario degli scrittori; Inchiesta sulla gioventù bruciata; Storia delle riviste letterarie d’oggi; Per la storia della letteratura italiana contemporanea; Guida storica artistica e turistica illustrata della Provincia di Bari), Triggiani - scomparso il 25 dicembre 2005 - ha però dedicato la maggior parte della sua produzione letteraria al teatro. Meritano di essere ricordati, tra i tanti lavori portati sulle scene da varie compagnie teatrali, Papà, a tutti costi; Il dramma di un giudice (trasmesso nel 1982 dalla RAI nell’adattamento radiofonico di Luigi Angiuli); Peccati di Provincia; Donne al potere (rappresentata in prima assoluta al Teatro Petruzzelli di Bari nel 1983); Come ti erudisco pupi e burattini.
Dagli anni ’80, Triggiani ha rivolto il suo interesse anche al dialetto barese, con una serie di divertenti commedie che costituiscono ormai dei classici della “baresità” e un importante contributo per recuperare la memoria storica del territorio in cui affondano le nostre radici: Le Barìse a Venèzie, La candìne de Cianna Cianne, All’àneme de la bonàneme!, U madremònie de Cellùzze, No, u manecòmie no!; Che le sùrde iè mègghie a ièsse mute; U retòrne de Giacchìne Muràtte.
Dagli anni ’80, Triggiani ha rivolto il suo interesse anche al dialetto barese, con una serie di divertenti commedie che costituiscono ormai dei classici della “baresità” e un importante contributo per recuperare la memoria storica del territorio in cui affondano le nostre radici: Le Barìse a Venèzie, La candìne de Cianna Cianne, All’àneme de la bonàneme!, U madremònie de Cellùzze, No, u manecòmie no!; Che le sùrde iè mègghie a ièsse mute; U retòrne de Giacchìne Muràtte.
Triggiani ha anche pubblicato con la moglie Rosa Lettini il romanzo storico-satirico in vernacolo barese “Da Adàme ad Andriòtte”, che così si conclude: “De libbre n-dialètte barèse ne so’ scritte tànde: de puasì, tiàddre, raccònde, ma de romànze non se ne jàve netizzie: se pòte dà cacùsse jè u prime”. Ed effettivamente rimane il primo ed unico.
Tra i numerosi riconoscimenti in 60 anni di attività letteraria, il “Diploma di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte”, conferitogli dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1998, l’onorificenza di Grand’Ufficiale dell’Ordine “Al Merito della Repubblica italiana”, i numerosi Premi della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (l’ultimo nel 2005).
È infine doveroso dare atto a Domenico Triggiani che, grazie a lui, il dialetto barese ha varcato non solo i confini regionali, ma anche quelli nazionali, raggiungendo praticamente tutto il mondo. Le sue pubblicazioni in vernacolo sono state infatti acquistate dalla Regione Puglia per dotare le biblioteche delle Associazioni degli emigranti pugliesi residenti all’estero.